Con il 1 dicembre ha avuto inizio per la Chiesa, l’Avvento, il cammino liturgico ci farà celebrare il Natale ma il tempo di Avvento ci apre alla dimensione della attesa del ritorno di Cristo. E’ un periodo che invita a meditare l’incarnazione di Dio, che in Gesù si rivela all’uomo ed entra nel mondo per mostrargli la via della Salvezza. Nell’Avvento appare con forza la dimensione escatologica del mistero cristiano. Dio ci salva, anche se questa salvezza si rivelerà solo alla fine dei tempi. La storia è il luogo in cui si realizzano le promesse di Dio e l’uomo è orientato verso il giorno del Signore. Ma nell’annuale ciclicità di questo tempo liturgico, quale novità cogliere e vivere ?
La novità viene dallo Spirito, perché ogni anno lo Spirito dà vita nuova alle parole che ascoltiamo, e che ascoltiamo in un contesto sempre nuovo. Quindi, come la Parola di Dio è sempre quella – e ogni volta però è nuova, perché cade su una situazione nuova e perché lo Spirito Santo ne mette in luce delle implicazioni nuove – così in questo momento la Chiesa , sospinta dalle parole forti di Papa Francesco, è invitata ad “uscire dai confini della Chiesa per una coinvolgente opera di evangelizzazione, nelle periferie esistenziali della vita”. Già Papa Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI avevano parlato di questo, non lo dimentichiamo, ma l’attuale Papa lo fa in modo ancora più insistente e coinvolgente. Già l’Avvento nella Parola che ascolteremo, si presta per cominciare a darci un senso concreto della fede che dobbiamo mettere nell’annunciare Gesù ; c’è proprio la fede di Maria, c’è la fede dei pastori, dei Magi. Non si può cominciare, quindi, in modo migliore l’Avvento che viverlo in pienezza proprio come la liturgia e lo stimolo che ci dà Papa Francesco. La predisposizione esteriore è quella di darsi un po’ più di spazio di silenzio, di preghiera, di contemplazione. I tempi forti ci sono anche per questo: per operare uno stacco dal ritmo solito della vita. Non si può certamente diminuire l’impegno, il lavoro, si può però diminuire il chiasso della televisione, e di altre cose, per cui si può entrare in un clima di maggiore silenzio, di maggiore interiorità. Al fondo, però, quello che decide è l’apertura maggiore o minore allo Spirito Santo, perché è lo Spirito Santo ad essere la presenza viva di Cristo. L’Avvento ha senso in quanto riviviamo l’attesa, la venuta di Cristo: ma chi rende nella Chiesa, nella storia, presente Cristo è Lui, è lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo venne su Maria e lo Spirito Santo in questo tempo di Avvento dovrebbe venire con forza su tutti i cristiani. E lui viene !. L’importante è che lo si desideri, lo si attenda, perché come dice San Bonaventura: “Lo Spirito Santo va là dove è atteso, desiderato e amato“. Un’attesa che ha la durata di quattro settimane. Nel percorso liturgico c’è un cammino di avvicinamento che si intensifica. All’inizio, per esempio, nella liturgia si ascolta soprattutto Isaia – testi di Isaia – che annunciano l’Avvento della salvezza da lontano. Poi, la seconda e terza settimana, la figura centrale è Giovanni Battista, che è già il precursore, anche se quest’anno la 2° domenica corrisponde alla festa della Immacolata, e quindi ci si avvicina un po’ più. L’ultima domenica di Avvento è dominata dalla figura di Maria e direi che il miglior compagno di viaggio durante l’Avvento sia proprio Lei, perché ha vissuto questo tempo come ogni madre nell’imminenza del parto: con un’interiorità, un’intensità, una tenerezza particolari. Quindi, Maria ci può aiutare, lei che è donna che si è messa nel cammino della fede. Certamente per andare incontro a Cristo, non così spensierati, disamorati, ma andare incontro a Cristo con il cuore, prima ancora che con il tempo. “Il cammino della vita è proprio questo: camminare per incontrare Gesù..”- dice Papa Francesco – “Ricordate sempre questo: la vita è un cammino[…].Un cammino dove non incontriamo Gesù, non è un cammino cristiano.” Camminare, lasciandoci guidare dalla Parola di Dio fatta carne, dai momenti liturgici per andare verso i “più poveri” di questi tempi. Facciamo tesoro della proposta che l’Avvento ci da per una conversione sincera e una evangelizzazione più incisiva piena di fiducia e speranza nel Signore, perché il Dio vivente è con noi. Un augurio di buon Natale a tutti voi, carissimi parrocchiani.
Don Fabrizio