
Chiesa di San Giuseppe
Sembra che questo nostro paese sia sorto prima del 1000 e che il suo nome (anticamente “Cavane”) derivi dal fatto che nel posto esistessero, fin dall’epoca più antica, bassi fabbricati (capanne) che, nel tragitto Pisa-Firenze o viceversa, funzionavano da stazioni per postiglioni di vettura di posta, di carrozze signorili, di carri per trasportare merci e poiché le strade erano allora di difficile percorrenza, qui si fermavano i viaggiatori per riposare e per far riposare o cambiare i cavalli. Tutto ciò portò i capannesi ad intraprendere l’attività di “barrocciai”.
A dir la verità in origine gli abitanti di Capanne erano barrocciai e contadini. Con il miglioramento delle vie di comunicazione e l’uso di nuovi mezzi di trasporto, il lavoro dei “barrocciai” cadde in crisi ed allora i capannesi divennero per la stragrande maggioranza “mattonai”. In Piazza Rossa infatti, si trova la Statua del Mattonaio, a ricordo di quando la maggior parte dei Capannesi si trasferiva in Italia settentrionale per lunghi mesi per poter lavorare e mantenere la propria famiglia. Non si sa bene quando sia cominciato il mestiere dei “mattonai”, comunque barrocciai e mattonai contribuirono alla costruzione della nostra Chiesa. I primi quando tornavano a casa alla sera, scaricavano tutto ciò che erano riusciti a raccogliere durante la giornata di lavoro: pietre, rena, ecc… I mattonai che rientravano dai lunghi mesi trascorsi nell’Italia settentrionale invece davano parte dei loro risparmi, e successivamente costruirono una fornace per la realizzazione dei mattoni. La legna che mancava per le travi del tetto fu donata dal Parco di San Rossore.

Per concludere non possiamo dimenticare di menzionare quella che comunemente chiamiamo la “Villa” e che abbiamo già citata prima. Nell’iscrizione posta sulla facciata si legge: “Il Vescovo Monsignor Felice Beccaro il 27 Settembre 1959, concluse la sua fatica solennemente inaugurando questa casa di spiritualità, aprendone le porte ai piccoli di Capanne, al clero Diocesano e a quanti in pii esercizi cercano se stessi e Dio”. Molti di quei piccoli qui formati sono diventati da adulti, nostri genitori, amici e parenti e ci hanno educato alla fede cristiana e al senso di appartenenza alla Chiesa, diventando per noi testimoni di fede e di vita.
Liberamente tratto da “Storie e racconti del vecchio Val d’Arno” di Silvio Bartolommei