Su tutte le strade del mondo ogni uomo può incontrare Maria. E anche qui sul clinale di questa amena collina ornata di ulivi e di vigneti, all’incrocio di stradette ombrate di tigli e cipressi, un pover’uomo incontrò la Madonna.
Era triste e solo perchè la morte aveva falciato la sua famiglia – la peste faceva questi brutti scherzi – e aveva impresso su di lui le stigmate del dolore. Stanco di vivere, come Elia nel deserto, avrebbe voluto morire. Anche quel giorno, come avveniva ormai da anni nel recarsi al lavoro dei campi, si tolse il cappello dinanzi al vecchio tabernacolo dov’era l’immagine un po’ sbiadita della Madonna con Bambino, e sussurrò: “AVE MARIA”.
Gli parve allora di udire una misteriosa voce nel cuore: “Sono la tua mamma, non aver paura, sono la consolatrice dei miseri, vieni, io ti aiuterò”. Questa voce interiore cambiò la sua vita, ridonò a lui le forze della giovinezza e un ardente desiderio di vivere.
Un proposito sbocciò nel suo cuore, costruire qui sul vecchio tabernacolo un nuovo santuario dedicato a Lei, alla MADONNA DEL SOCCORSO. La gente allora viveva modestamente, poveramente, ma era ricca di fede e di amore. Il pover’uomo si trasformò in coraggioso elemosiniere per divenire infine il pio eremita. Bussò di porta in porta e la generosità degli umili devoti della Madonna fu superiore alle sue previsioni.
Così come un miracolo sorgeva alla fine del XVF secolo questo santuario, incastonato nel verde della collina con l’esile campanile, a custodire il vecchio tabernacolo con l’effige della Madre di Dio. Le campane con il loro timbro argentino spandevano la mistica voce nelle valli portandone l’eco fino al greto dell’Arno. La gente accorreva dai casolari isolati e dal castello. Così per secoli,
“Santa Maria, succurre miseris”, era la lapide ovale posta al centro della loggetta. E chi non è misero per non correre dalla Madre di Misericordia? Forse chi pensa di non esserlo è piu misero ancora. Siamo tutti poveri di fede, poveri di amore; per questo la Madonna ci aspetta per donarci il vero Tesoro, Gesù, che tiene nelle sue braccia. Venian sempre anche noi dalla Madonna. Non temiamo per i nostri peccati! àˆ la nostra Mamma! Un cantore di Maria S. Bernardo ci conforta: “Se si desta la burrasca delle tentazioni, se si alzano gli scogli delle tribolazioni, guarda la Stella, invoca Maria”. Se collera, avarizia, sensualità , scuotono la navicella dell’anima, volgi gli occhi a Maria. Se turbato dalla gravità del tuo peccato, vergognoso di te stesso, tremante all’avvicinarsi del giudizio di Dio senti aprirsi sotto i tuoi piedi il gergo della tristezza o l’abisso della disperazione, pensa a Maria – Invoca Maria! Andiamo dunque fiduciosi. La Madonna ci aspetta per dare al nostro spirito una rinnovata giovinezza.
il Pievano Mons. Danilo Maltinti