Educare all’affettività: incontro per i genitori

Venerdi 16 novembre 2012 presso il nostro Cinema Parrocchiale di Capanne, i genitori dei ragazzi del catechismo delle comunità parrocchiali di Capanne e Marti, convocate dal nostro parroco, si sono incontrate per l’inizio di un percorso formativo a sostegno della famiglia.

Il tema è stato svolto dalla dottoressa Del Poggetto.

Serio compito quello dell’educazione. Ancor più serio quello dell’educazione all’affettività.

Sono molti gli ambiti dell’educazione: la famiglia, quale primissimo e complesso sistema di esperienze, quotidiano ambito di educazione, dove i genitori per primi ed i familiari tutti possono essere maestri di vita, possono cogliere l’attimo e far divenire ogni occasione momento prezioso di educazione. È la famiglia il luogo dove, con un atteggiamento non standardizzato ma individuale e personalizzato, possiamo far crescere e sviluppare tutto il bene possibile insito nel figlio. Oltre la famiglia concorrono all’educazione molti altri ambiti, tra questi la scuola, dove oltre all’istruzione si apprendono le regole della condivisione, del rispetto del mio simile, del rispetto dell’autorità, e lo sport, dove si può apprendere la gratuità dello star bene assieme, dove il rispetto delle regole permette di divertirsi ed in modo simile di conferire valore a chi è rivestito di autorità.

Ancor più delicato e pieno di responsabilità il compito di educare all’affettività. Vivere le emozioni senza averne paura, né esserne travolti, saperle dominare, esprimere, capire. Non ridurre ad una semplice istruzione sulla materia, non di questo hanno bisogno i nostri ragazzi che sul “come si fa” ricevono nozioni da ogni dove. Saper essere esempio e punto di riferimento. Saper sviluppare in loro la capacità di ascolto e di espressione dei propri vissuti nel rispetto dell’altro. Dare una direzione di senso all’affettività, perché non sia sganciata dall’etica ed i vissuti non si riducano a scevro sentimentalismo che non farà altro che renderli schiavi di una falsa spontaneità degenerata in spontaneismo. Permettere loro di vivere l’affettività in 3D, anziché ridurla a pura emozione sminuendola in 2D. Poter vivere anche la corporeità liberi di decidere se il nostro corpo è strumento per le emozioni (puro soddisfacimento di bisogni ) o per gli affetti, vivendolo come momento d’incontro tra le differenze. Poter vivere la sessualità tenendo uniti il biologico, lo psichico, il relazionale ed il sociale per non perdere nessuno dei suoi significati, per non togliere niente all’umanità dei nostri figli ma, al contrario, perché possano esprimersi come veri uomini e vere donne.

Ancor più difficile come compito visto l’attacco continuo destrutturante da parte della cultura attuale. Per esempio ben il 75% dei programmi televisivi in prima TV ha un contenuto di tipo sessuale, ma solo il 15% contiene un qualche riferimento alla responsabilità sessuale (astinenza, rischio di gravidanza, malattie sessualmente trasmesse)(Brown, 2007) ed è ben noto come il contenuto sessuale dei media induca una maggiore esposizione al rischio di rapporti precoci (Collins, 2004; Ashby, 2006; Brown, 2006). Eppure è sufficiente un controllo genitoriale sull’esposizione dei media per ritardare l’iniziazione sessuale e ridurre i comportamenti a rischio.(Sieverding, 2005; DeVore, 2005).

Ma quando l’educazione all’affettività si riduce ad una più semplice istruzione gli effetti sono deleteri; così in Inghilterra un programma intensivo di aiuto allo sviluppo riguardo a sesso e droghe rivolto a ragazzi di 13-15 anni su 2.724 giovani incentrato sull’educazione sessuale e l’uso della contraccezione ha ottenuto il “bel” risultato di raddoppiare la sessualità prima dei 16 anni e quintuplicare il numero delle gravidanze indesiderate (Wiggins, 2009). Il tentativo di separare le due funzioni della sessualità (piacere, riproduzione) attraverso la sola contraccezione ha dimostrato negli anni di veder fallito il suo obiettivo, avendo portato ad un aumento progressivo delle malattie sessualmente trasmesse(Sexual and Reproductive Health of Persons Aged 10–24 Years. United States, 2002—2007) e dei disturbi psichiatrici ad esse correlati (Mark 2009, Puccetti, 2009).

Diviene così essenziale oggigiorno una presa di coscienza ed un’azione educativa attenta da parte dei genitori.

La riunione ha visto un buon numero di genitori. Nel campo dell’ educazione cristiana certi temi sono veramente interessanti da approfondire per aiutare i nostri figli.

Su tale materia, certamente ci trova in molti casi non sufficientemente preparati, ben vengano questi incontri che sostengono il non facile compito dei genitori.

McP – 21 Novembre 2012